sabato 20 maggio 2023

Non chiamateci angeli del fango.

 Io non lo so cos’ha questa terra, per farsi amare così tanto.


Sarà che ce lo insegnavano da piccoli a tenerci stretti, gli uni con gli altri, a giocare insieme nei cortili, a non voltare mai le spalle al sole, a cadere bene, a non piangere quando ci si sbucciava le ginocchia.


Sarà che i nostri nonni avevano sempre la medicina giusta da darti, un sorsino di sangiovese, il panino con lo zucchero e le preghiere, anche quando non le volevi dire.


Sarà che abbiamo imparato a fare da mangiare solo con l’acqua e un po’ di farina, che a chi verrebbe mai in mente, dico io, di tirarci fuori una piadina? Sarà che condiamo la tavola anche con le erbe che forano tanto e ti pungono le dita, che siamo cresciuti fra i filari dell’uva, i campi del grano, che abbiamo imparato a saltare i fossi, ad affilare una falce, ad avere sempre nostalgia di casa.


Sarà che ci hanno insegnato non a lottare, ma a resistere, ad andarcene ma mai a scappare, a pulirci il naso nella manica dei grembiuli, a dosare le provviste, a non buttare via niente, a conservare fotografie nella scatola dei biscotti.  

Sarà che ci hanno insegnato a odiare poco ma di più a comprendere, a bestemmiare col vicino perché “delle volte ci vuole” ma poi prestargli la vanga che “non si dice di no a nessuno”.


Sarà che non siamo fatti di strade e di confini, perché noi abitiamo di qua o di là dal mare, di qua o di là dalla ferrovia, a levante o a ponente, della valle di sopra o di sotto, e che tanto si capisce da dove vieni “tè” con quell’accento.


Sarà che la le nostre mamme ce lo hanno sempre insegnato che non c’è niente che dura per sempre, che come ti ho fatto ti disfo; che basta un temporale per guastare una stagione, e che usi poca acqua la sfoglia viene dura. 

Sarà che di schiaffi ne abbiamo presi, che ogni marachella ha ancora il segno della ciabatta sulle gambe, che li scapaccioni ci sono serviti a capire che avevamo anche una testa e che dovevamo imparare a usarla, a guardare bene a destra e a sinistra prima di attraversare ogni strada.


Sarà che abbiamo il mare vicino e i lividi vanno via prima con l’acqua salata, sarà che abbiamo sorrisi facili e camminiamo sul tempo del valzer, che per ballarlo bene non devi guardarti i piedi, ma abbracciare l’altro e guidarvi insieme.




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