domenica 21 maggio 2023

Burdel

I Burdèl.
Imparatela in tutta Italia questa parola: Burdèl.
Nel nostro dialetto significa “ragazzi”.
Che non è come dire bambini, è più ampia, meno innocente. I burdèl non sono puri, sono tosti, i burdèl a volte fanno casino, li devi sgridare. 
Sembra che la parola derivi da burdus, un latino volgare, “mulo” cioè un animale bastardo nato da un incrocio.
Ma è l’animale che tira, che ti porta il carico, quello che fa fatica. 
Eccoli i nostri muli, i nostri burdèl.
Andiamone fieri.
(anche se ascoltano musica di merda ❤️)




Chi por burdel

 Li ho visti proprio coi miei occhi. Era sul fare della sera, da quella strada, da là in fondo, come nanetti tornare da una miniera. Tutti uguali, dello stesso colore, di grigio fango, un po’ marrone.


Camminavano fischiettando col badile sulle spalle. Erano dieci, cento, forse mille! Alcuni si canzonavano fra di loro, avevano ancora voglia di prendersi in giro, altri si tenevano per mano, e due li ho visti darsi anche un bacino. 


Avevano le guance tutte rosse ma i sorrisi intatti come stelle. E le ragazzine in mezzo a quel paciugo erano ancora più belle.


Perché i grandi piangono, gli viene il magone, e per fortuna che quei nanetti tiran su la situazione. Diciamo la verità, che sono loro che hanno riportato la speranza in città!


“Va là che io alla tua età…”, non si può certo più dire, stasem zet, valà!


- Dí, Berto, non sarà che dalla Romagna è partita una rivoluzione?

- A ne sò Teresa, ma è una bella emozione!


Chi por burdèl! Con quei piedi tutti bagnati, i vestiti infangati. Speriamo che almeno abbiano messo la maglia di lana, che se no prendono freddo in tutta quella melmaia.


- Dove andate? Sta facendo buio. Siete qui da stamane.


- Torniamo a casa signora, che c’è venuta una gran fame!


-Presa dal web.






sabato 20 maggio 2023

Cos'è la Romagna?

 La Romagna non è una terra.

La Romagna è la sua gente.



I nostri giovani ci sono

 Io ho sempre creduto nei giovani...ne sono innamorato...ma questa volta mi han stupito!!!

 Ho visto sti ragazzi con volti felici che si facevano il Culo!!! Ed è importante!

Per assurdo, in un momento così, c'è fratellanza, e questo mi fa sperare!!!

Scuole chiuse e una miriade di ragazzi dai 15 anni in poi,  si son letteralmente buttati nel fango, per ripulire Cesena.. e le altre parti della romagna, la nuova generazione è cazzuta..tanta roba ragazzi!!! 

Io l'ho sempre detto...questi ragazzi, sono avanti in tutto!!! Nonostante il periodo di merda in cui si son trovati catapultati...

Qualcuno una volta disse:

Tempi bui, fanno uomini Forti...

Uomini forti fanno tempi migliori...

Tempi migliori fanno uomini deboli...

Uomini deboli fanno tempi bui!!!

Beh...questi ragazzi rifaranno tempi migliori!!!

Grazie ragazzi!!!🤟🤟🤟💪




Non chiamateci angeli del fango.

 Io non lo so cos’ha questa terra, per farsi amare così tanto.


Sarà che ce lo insegnavano da piccoli a tenerci stretti, gli uni con gli altri, a giocare insieme nei cortili, a non voltare mai le spalle al sole, a cadere bene, a non piangere quando ci si sbucciava le ginocchia.


Sarà che i nostri nonni avevano sempre la medicina giusta da darti, un sorsino di sangiovese, il panino con lo zucchero e le preghiere, anche quando non le volevi dire.


Sarà che abbiamo imparato a fare da mangiare solo con l’acqua e un po’ di farina, che a chi verrebbe mai in mente, dico io, di tirarci fuori una piadina? Sarà che condiamo la tavola anche con le erbe che forano tanto e ti pungono le dita, che siamo cresciuti fra i filari dell’uva, i campi del grano, che abbiamo imparato a saltare i fossi, ad affilare una falce, ad avere sempre nostalgia di casa.


Sarà che ci hanno insegnato non a lottare, ma a resistere, ad andarcene ma mai a scappare, a pulirci il naso nella manica dei grembiuli, a dosare le provviste, a non buttare via niente, a conservare fotografie nella scatola dei biscotti.  

Sarà che ci hanno insegnato a odiare poco ma di più a comprendere, a bestemmiare col vicino perché “delle volte ci vuole” ma poi prestargli la vanga che “non si dice di no a nessuno”.


Sarà che non siamo fatti di strade e di confini, perché noi abitiamo di qua o di là dal mare, di qua o di là dalla ferrovia, a levante o a ponente, della valle di sopra o di sotto, e che tanto si capisce da dove vieni “tè” con quell’accento.


Sarà che la le nostre mamme ce lo hanno sempre insegnato che non c’è niente che dura per sempre, che come ti ho fatto ti disfo; che basta un temporale per guastare una stagione, e che usi poca acqua la sfoglia viene dura. 

Sarà che di schiaffi ne abbiamo presi, che ogni marachella ha ancora il segno della ciabatta sulle gambe, che li scapaccioni ci sono serviti a capire che avevamo anche una testa e che dovevamo imparare a usarla, a guardare bene a destra e a sinistra prima di attraversare ogni strada.


Sarà che abbiamo il mare vicino e i lividi vanno via prima con l’acqua salata, sarà che abbiamo sorrisi facili e camminiamo sul tempo del valzer, che per ballarlo bene non devi guardarti i piedi, ma abbracciare l’altro e guidarvi insieme.