sabato 20 agosto 2011

QUALCHE GIORNO CON LA FAMIGLIA E AMICI IN VAL PUSTERIA

Agosto periodo di ferie, forse l'unico con cui posso condividere una settimana intera con la famiglia senza gare , senza lavoro, allora decidiamo di passare qualche giorno in montagna solo che ancora non avevo prenotato, la meta preferita sarebbe la val Pusteria e Dobbiaco il luogo desiderato.
Inizio con un po di telefonate in hotel ma ovviamente tutto pieno, a dire il vero trovo dei 4 e 5 stelle, ma minimo volevano 130 euro al giorno a persona, troppo cari per le mie possibilità.
Il giorno 13 agosto allora vado a ricercare  su internet qualche garni senza sito web, faccio un ultimo tentativo e telefono: salve vorrei sapere se avete............ Il proprietario con il suo italiano misto tedesco mi conferma di avere ancora una tripla ad un costo di 25 euro a persona con solo colazione. Bloccata!!!!!!!! Prenotata immediatamente.
Si passa ferragosto con gli i parenti, solite grigliate, dolcetti ecc, ma il pensiero va al giorno dopo, si parte per la montagna, le valige sono ancora da fare, ma visto il meteo e notizie delle temperature che c'erano a Dobbiaco, per prepararle non ci è voluto molto.
Arriva martedi mattina ora prevista per la partenza 5,30, per fare un po di viaggio il fresco, MI ADDORMENTO, ok non c'è problema partenza rimandata alle 7,00.
Solito tragitto, Ravenna, ss Romea, Venezia, Belluno, Cortina, posto che odio, dove vedi gente che vuol fare il fighetto e non è capace, quindi più ridicoli di come se stessero normali, e finalmente il cartello Sudtirol e Dobbiaco.
Chiamo Giancarlo un amico che era anche lui a Dobbiaco con altri per fare lo stoneman, e visto che lui in quel posto ci va fin da bambino gli chiedo dove si trova il garni; Ale sono anche io quà nello stesso posto, era l'unico che ho trovato, e mi indica la strada.
Appena arrivati le impressioni sono subito buone, appena fuori, ma non tanto dal paese, posto tranquillo, non trascurato più di tanto, ok entriamo e facciamoci dare la stanza per scaricare le valige.
SORPRESONAAAAAAAAA.
Dentro arredamenti anni 50, di un  po moderno c'era solo la luce con il sensore che quando passavi si accendeva,
Ci accompagna alla stanza e appena entrati io e la Monica, ci guardiamo in faccia e con sincronismo perfetto: signora e il bagno????
Il Bagno??????? ce ne sono 2 da condividere con altre stanze più uno con doccia e vasca sempre da condividere.
Morale per la doccia la fila ogni sera come alle g.f. per fortuna almeno l'acqua era calda, per il bagno abbiamo tarato i bisogni per gli orari notturni.
Sistemiamo le valige, nell'aria noto un certo disappunto da parte di mia moglie, ma in fondo in agosto prenotare all'ultimo momento ci si deve accontentare di quello che si trova, il pomeriggio lo passiamo a Dobbiaco e san candido, poi alla sera cena da Hans assieme agli amici: Giancarlo, Graziano, Umberto e Poli che il giorno dopo sarebbero partiti per l'avventura Stoneman.
Da Hans a farla da padrone sono i suoi spaghetti alla carbonara, sono sette anni che ci vado e la sua carbonara non ha rivali.
Andiamo a dormire, perchè il giorno dopo era prevista la prima uscita sulle dolomiti per fare qualche percorso  a piedi, la scelta era caduta sul croda rossa dalla val fiscalina, infatti dopo colazione arriviamo, parcheggio la macchina e prendiamo la funivia che ci porta in cima ai a rifugi, la salita per 2 adulti e un bambino solo 23,80 euro.
Appena sceso tiro fuori la mia cartina e consulto con la famiglia su che percorso fare, guardiamo un pochino con il naso all'insù e mappa nelle mani, e la decisione cade sul sentiero 100.
Sembra facile,



 ma appena vedo il cartello sentiero dei camosci ho capito che sarà bello tosto, infatti iniziano dei bei gradoni e Lori inizia ad avere i primi cedimenti,



 saliamo un poco alla volta, fino a quando non arriviamo in punto dove c'è una panca e Monica e Lorenzo decido di fermasi e tornare giù aspettandomi ai rifugi, io proseguo e vado avanti fino a un tratto dove c'è una scalinata in legno



 e per salire iniziano ad esserci le corde per darsi una mano. Inutile dire che il panorama ti mozza il fiato e scatto alcune foto,





 vado avanti un pochino ma vista la scarsa attitudine a queste cose, anche io decido di tornare al rifugio.
Pranzo con piatti tipici e discesa a piedi dal croda rossa attraverso il sentiero 15 - 17, dove ad un certo punto scendono in mtb 3 amici del del Borghi di Ferrara che hanno appena concluso lo stoneman.
Torniamo nel tardo pomeriggio al garni, doccia con tempi di attesa di circa 15 minuti, e la sera super cena tipica sud tirolese.
Giorno successivo era prevista la trasferta a Misurina per andare alle tre cime di Lavaredo, ma sinceramente eravamo un po stanchi, allora la decisione di andare a Lienz per visitare i castelli




e durante il tragitto la sede della Loacker.
Fa caldo anche in Austria, e passando vicino ad un Mc Donald decido di prendere una bottiglia di acqua, 1/2 litro di gassata alla modica cifra di 2,90.
Lori sente la stanchezza e decidiamo di tornare, sono circa le 15, e lo porto in hotel, ma io e Monica andiamo a fare un giro a Villabassa dove ricordo che al parco c'era il percorso benessere, e via ci buttiamo delle varie vasche con acqua gelida, sono rinato.




Ultimo giorno a Dobbiaco, perchè ho promesso che avrei portato Lori da un suo amico che era in campeggio in val zoldana, cosi salutiamo la val pusteria e ripartimo, Cortina ( con i suoi soliti finti fighetti, con dei cani al guinzaglio che sembrano capre) e niziamo a salire sul passo Falzarego, poi il Giau, quasi in cima c'era ancora le scritte di quando è passato il giro d'italia, e se fino ad ora non avevo nostalgia della bici, adesso ne avevo una voglia matta.
Arriviamo in cima al passo, un paio di foto e sotto pressione di Lorenzo ripartiamo, Selva di cadore, passo Steulanza e arrivo al Camping pala favera meta per questa giornata.
Mio figlio subito trova Yuma, suo amico



, e dopo 25 secondi spariscono, io e mia moglie in giro per il bosco e in quei sentieri ancora di più sale la voglia di bici.
Piano piano arriva la sera e stanno terminando i 4 gg di montagna che ci eravamo presi per goderci un po di fresco



, alle 18,30 si riparte per la calura romagnola lasciando un clima di circa 20° senza umidità, partimo con una promessa, il prossimo anno a Gennaio si prenota un appartamento per 10 giorni da fare il prossimo agosto, e con la bike.

saluti e buone proseguimento delle vostre vacanze



domenica 14 agosto 2011

I Gozzi Riminesi buona la prima

I gozzi Riminesi, domenica 14 agosto, si è svolta da qualche ora la ciclo turistica in mountainbike organizzata dal mio fantastico gruppo,


Prima di raccontare la giornata volevo fare un ringraziamento a tutti i partecipanti siete stati fantastici e noi siamo stati onorati della vostra presenza

Quest'anno  era prima edizione e quindi ci scusiamo se abbiamo avuto qualche lacuna organizzativa, era la prima volta  per molti noi, io ho avuto esperienze  quando ero nel mio vecchio gruppo che organizza una delle gare più importanti a livello internazionale in bici da strada, ma devo dire che siamo sulla strada giusta, gente  ha rubato tempo alla famiglia, ha dedicato tempo per la realizzazione dell'evento  anche dopo giornate intense nel proprio lavoro,  senza dimenticare che  alcuni famigliari  si sono adoperati a dare una mano,  lo facciamo per pura passione e non siamo supportati da sponsor che ci possono offrire risorse per spese onerose da dedicare a manifestazioni,  quindi possiamo tranquillamente dire di avercela messa tutta e fra qualche giorno dopo esserci riposati dobbiamo ripartire per coprire quelle piccole pecche ma con queste persone posso dire che riusciremo a superare qualsiasi ostacolo.
Ora veniamo al racconto della mia giornata.
La sveglia suona alle 5,45 mi vesto si parte per il ritrovo a Rimini, arriviamo e il presidente ha già sistemato gran parte del materiale destinato ai ristori, manca la frutta che verrà consegnata fresca direttamente sul posto.
Si carica, prima tappa Covignano ma non per andare in discoteca al paradiso, ma per andare a riempire le taniche di acqua,  sosta di circa mezz'ora e via seguendo il Davide " il tracciator cortese" che ci porta al punto dove era stato previsto il secondo ristoro.
Stavo dimenticando di dire che il mio compagno di lavoro era Ocram, famoso per aver inventato alcuni vocaboli nel nostro gruppo: garnito, sfisiante eccc.


Arrivati al ristoro si inizia a sistemare il tutto per farci trovare pronti quando arriveranno i primi biker.
Acqua???? pronta in tavola
Sali?????' preparati e pronti in tavola
melone, Cocomero, pesche, crostate????? tagliate e in tavola.
Manca una cosa, il SOUND, la musica, nel nostro ristoro non deve mancare nulla, allora tiriamo giù il nostro generatore facciamo il pieno di super e accendiamo, il motore un lamborghini 4000 c.c. canta a meraviglia, e in qualche secondo abbiamo la corrente per far suonare un'orchestra da 40 membri.
Ocram, DJ di giornata a riesumato qualche CD di quando era ancora ragazzino e appena schiaccia il tasto play parte una canzone che se uno non la conosce vuol dire che di musica non se ne intende: I like chopin di gazebo.
Dopo un paio di pezzi arrivano i simple mind e con loro dalla collina inizia ad arrivare l'invasione di biker.
Inizia il lavoro per cui siamo stati arruolati



fin'ora tutto sotto controllo, ma come la musica aumenta di ritmo anche l'arrivo dei biker aumenta, ma ancora la situazione è sotto controllo, ad un certo punto siamo invasi da biciclette con le ruote grasse e di gente assetata, per fortuna si vedono arrivare i rinforzi, la marina che li per li sembrava un no global,

 poi tolto il casco ci siamo rilassati, assieme a lei il grande Domenico.
Passata la baraonda tutto pian piano inizia a tornare alla normalità, adesso stiamo solo aspettando la scopa che ci dica quando poter togliere tutto e tornare al quartier generale.
Muniti di cb come i federali chiediamo informazioni via radio e ci dicono che stanno per arrivare, infatti dopo 5 minuti ecco spuntare gli ultimi 5 e scopa....tore,

sta salendo in modo affannato stavo quasi per chiamare la sala di controllo e far partire un'altra scopa che scortasse dadde perchè per come si era presentato avevamo dei dubbi che riuscisse a chiudere la gara prima di ferragosto.
Finito, passata la scopa si sbaracca e ci dirigiamo verso l'arrivo, appena arriviamo anche qua il gran ristoro finale preso d'assalto, ma la ciliegina sulla torta erano i ghiaccioli.
Chi non ha mai mangiato un ghiacciolo in estate, ma qua c'era gente che al nostro arrivo era gia all'ottavo e questa foto spiega il perchè, il commento lo lascio a voi.

la sorpresa per tutti era la ragazza che distribuiva i ghiaccioli. Non vi fate illusioni nessuno poteva avvicinarla più di tanto, notate che gli avevamo mezzo due pitbull che la seguivano ovunque.
La giornata piano piano sta finendo i partecipanti stanno lasciando Rimini per tornare a casa a noi non rimane che darci qualche pacca sulle spalle perchè per essere stato il primo anno siamo tutti soddisfatti della riuscita della manifestazione, che si conclusa senza nessun incidente a parte lo svenimento di un atleta all'arrivo ma non per la durezza del percorso ma per rincorrere la ragazza dei ghiaccioli per la nona volta.

Questa sera tutta la truppa a casa mia in giardino, rilassati per cercare di finire un po di roba rimasta.

I GOZZI  RIMINESI 2012 SE NON CI SARAI  E' SOLO COLPA TUA.


giovedì 11 agosto 2011

Per una persona speciale

Ti ho visto sotto una luna blu 
Ti ho visto nelle notti stellate
Mi hai baciato così dolcemente
Le tue labbra un mondo magico
Ti prenderò tra le mie braccia
 e aspetterò il momento fatale







STONEMAN TRAIL IL RACCONTO



                          Una indimenticabile avventura in mtb sulle Dolomiti

Lo splendore delle Dolomiti sarebbe gia sufficiente ad entusiasmare chiunque ma praticare il
Ciclismo, in special modo la mountain bike, in  mezzo a queste montagne stupende è una cosa veramente unica.
Lo Stoneman – Trail è il nuovo percorso tracciato da Rolan Stauder biker di Villabassa , persona molto disponibile , leggendo nel racconto capirete il perché.
Vado un po indietro di qualche mese, dopo aver visto alcune immagini ho iniziato a cercare e documentarmi su questa cosa e dopo aver pedalato a luglio sui sentieri della dolomiti super bike e salzgammergut in Austria ho deciso che ad Agosto avrei intrapreso questa avventura.
Col passare del tempo ho iniziato a cercare una data ideale, e la soluzione migliore è stata quella di affiancarla alla trasferta che avrei fatto con tutto il mio superteam, in val di fiemme in occasione della g.f. Vecia Ferrovia.
Inizialmente ero solo poi col passare del tempo e parlandone con vari amici della rete, un giorno mi chiama Andrea un amico biker di Ancona, chiedendomi se lo avessi voluto con lui in questa avventura, e siccome le grandi imprese se condivise con grandi amici alla fine sono ancora  più belle, non ho esitato ad accettare la sua compagnia.
La trasferta inizia Sabato 6 agosto, l’incontro con Andrea è al casello  autostradale di Rimni Nord, carichiamo tutto sul mio motor home e quindi autostrada direzione Bologna, Modena, Brennero……..
Arriviamo in tarda nottata a Molina di Fiemme, un riposo di qualche ora, colazione con qualche membro del superteam Sbubbikers gia in loco col camper dal giorno prima e poi in mattina facciamo la gara.
Nel pomeriggio dopo esserci ripuliti, di nuovo autostrada del Brennero, direzione Nord – val pusteria, per andare al nostro appartamento ma soprattutto per incontrare Roland Stauder che ci deve dare lo Stone man package.
Alle 19,00 sotto la classica pioggerella che sulle dolomiti è quasi giornaliera, arriviamo a casa di Roland, e cartina del percorso alla mano ci da tutte le informazione possibili, ricordo ancora quando ci mostra i puntini neri sulla traccia del percorso dicendoci questo tratto è molto duro, ma noi ovviamente gli crediamo solo in parte perché l’euforia e la voglia di partire è veramente tanta che non vediamo l’ora che sia gia lunedì mattina per iniziare il cammino verso gli uomini di pietra.





Prima di lasciarlo, Roland va su suo pc e controlla su un sito austriaco, a detta sua molto affidabile,  il meteo che troveremo davanti al nostro cammino e  le sue notizie non sono delle migliori, in quota nebbia e molte nubi e qualche rovescio, questo era il verdetto.
Arriva il Lunedì mattina e come da programma fatto nei giorni precedenti ci svegliamo alle 5,30 per la colazione e per essere pronti alle 6,00 per partire, ma subito la prima brutta notizia, fuori sta piovendo e non le solite pioggerelle ma quelle che ti inviterebbero e rimetterti a letto, comunque la decisione era presa, si doveva partire, gli zaini erano pronti, le bici pure, e andiamo verso il punto partenza a Dobbiaco, dove prendiamo un caffè prima di iniziare la prima ascesa.




Prima tappa per andare al primo punto di controllo Dobbiaco 1120 mt  – Marchkinkele 2545 mt., la salita prima è in asfalto fino a San Silvestro, poi dopo il rifugio a 1600 mt inizia la strada forestale, la pioggia continua a scendere e come dice il detto “piove sul bagnato” Andrea fora la ruota anteriore, cambio della camera



 e ricominciamo a salire, ad un certo punto la leggera protezione che ci offrivano gli abeti del bosco viene a mancare e ci troviamo a quota 2000 mt avvolti da una fitta nebbia e pioggia e il paesaggio cambia incredibilmente, prima avvolti dal verde era solo roccia e le pendenze  della strada si fanno più dure.



Ad un certo punto gia stanchi e tutti bagnati, dalla nebbia appare il primo totem dove c’è la prima pinza per la punzonature del braccialetto,  scattiamo la foto ma non ci siamo potuto godere molto il momento, perché ora non era più solo pioggia, ma stava iniziando ad essere mista neve con  raffiche di vento gelido.



Inizia un tratto da fare a piedi in discesa per le rocce viscide, freddo sempre più freddo e soprattutto sempre più insistente la pioggia, arriviamo ad punto dove ci sono dei vecchi forti austriaci  abbandonati dopo la guerra, ci infiliamo dentro per ripararci e cambiaci.





 Dopo circa 45 minuti un forte vento spazza via le nubi e la pioggia, si inizia ad intravedere un piccolo raggio di sole, e soprattutto smette di piovere.
Si riparte, da Marchkinkele  per affrontare un single track iniziale da brivido e per gente esperta reso ancora più insidioso dall’acqua che vi scorre in mezzo  che ci riporta ai 1131mt di prato Drava.





Nel frattempo il sole ha deciso di farci compagnia e giù troviamo un gran bella giornata, altro stop per togliere gli indumenti impermeabili, panino, e le tracce verdi degli  stoneman ci indicano la via che ci porta in Austria a Sillian dove si inizia una seconda ascesa che da 1103 mt ti porta a 2560 mt  a Homischegg.


Le rampe sono subito dure, sempre sopra al 10% con tratti al 15, basta fare un tornate e guardare sotto dopo pochi mt per vedere quanto si è gia fatto come dislivello.
Si sale sempre costantemente fino a 1890mt  dove arrivi al rifugio Leckfeldam, se alla mattina abbiamo sofferto il freddo qua è un gran caldo, ci arriviamo con le maglie delle divise aperte, e al bar ordiniamo una coca cola fresca, riempiamo le borracce e ripartiamo perchè a circa 2km si intravede la vetta ma da qua la cartina inizia a segnare sulla traccia i punti neri che stanno ad indicare tratti molto duri.
Infatti dopo pochi mt. in bici non si riesce + a salire per il terreno sconnesso ma soprattutto per le forti pendenze, basti pensare che il rifugio dove ci eravamo fermati era a 1890mt e in pochi km si doveva arrivare 2560mt.





Nel camminare il primo pensiero va la famoso muro del pianto della salzgammergud , solo che quello è qualche centinaio di mt.  Qua è + di 1 km, dove si vedono gli escursionisti che che fanno trekking che pure loro con i sui bastoncini fanno fatica a salire, c’è un bel sole, ma anche qua raffiche di vento freddo di invitano a rivestirci e con tanta fatica ecco il secondo totem per la punzonatura, ma la cosa + importante il rifugio dove abbiamo potuto mangiare.





La cartina indica ancora che i tratti che ci aspettano sono ancora duri, e pure Roland ci aveva messo in guardia di fare attenzione, consultando la carta sembra che arrivare al passo Sivella dove c’è il terzo controllo sia un falsopiano duro, ma credetemi non ho mai fatto nulla di simile,  lo descrivo solo con le immagini, perché a pensare la fatica fatta mi fa stare ancora male.








Inizialmente tanta roccia quasi da scalare, poi grandi pascoli da attraversare, salendo e scendendo, tutto in mezzo al nulla assoluto, solo in compagnia di qualche animale al pascolo.
Un consiglio per chi leggerà questo racconto è di non fare questa avventura in solitaria, perché  oltre alla durezza del percorso si viene messi a dura prova anche mentalmente, si è  sempre alla ricerca del simbolo verde e dai segnali che ti indicano la direzione, per di più il sole che ci ha accompagnato nell’ascesa  ci stava abbandonando e all’orizzonte portate da quel maledetto vento freddo, vediamo arrivare di nuovo nubi che non promettono nulla di buono.








Si continua il più a piedi  costantemente a quota 2300mt alla ricerca del punto di controllo, a farci compagnia di nuovo la nebbia, ma dopo ore di cammino eccolo, se negli altri punti ho tirato fuori la macchina per immortalare l’evento, qua visto l’evolversi della situazione con le prime gocce di nuovo di pioggia fredda, abbiamo deciso che era meglio scendere il prima possibile.
Eccola la pioggia!!!!!!! Di nuovo acqua, si scende sotto la pioggia, e le nubi nere in cielo ci tolgono pure quelle poche ore di luce che ci sarebbero bastate per affrontare l’ultimo tratto.
Mente scendiamo  arriviamo a col Roson 2305m arriva la telefonata di Roland che ci chiedeva come stavamo e che punto eravamo, mente siamo al telefono il diluvio si abbatte su noi, Roland ci consiglia 2 opzioni vista la situazione; 1° fermarci a Comenlico in hotel a dormire e ripartire il giorno dopo, oppure un taxi e ripartire il giorno dopo, chiudiamo la telefonata dicendo che gli avremmo fatto sapere, anche perché ancora un pò di luce c’era e avremmo continuato per un pò.
Riprendiamo la discesa ma in località Dosoledo, il rischio era troppo alto, sulla discesa asfaltata un fiume di acqua e in lontananza vedevamo che anche la Val pusteria era colpita dai bagliori  dei fulmini e tuoni del temporale.
Decidiamo di fermarci in un bar per decidere il da farsi, Raffaella,  la titolare, aveva gia chiuso, si stava preprando per andare a casa dopo un lunga giornata di lavoro, ma ha avuto un po di pietà e ci ha aperto, ci ha offerto delle paste, e da bere, e dopo una ennesima consultazione con Roland a malincuore ma consapevoli che di più non si potava fare, abbiamo deciso per lo stop.
 Lo sconforto di non poterla finire in giornata inizialmente era evidente nelle facce, ma poi riflettendo, e dicendoci che questa in fin dei conti non è una gara, non ci sono tempi, classifiche ecc. ma una avventura che si potava portare a termine anche il giorno dopo, allora con la grande disponibilità di Raffaella che ci ha chiamato un taxi, siamo tornati a Monguelfo nostro quartier generale.
Doccia calda è a nanna, il giorno dopo gli altri 2 timbri sul bracciale , i più facili, ora possiamo dire di aver fatto una grandissima avventura, sicuramente i ricordi di questa, rimarranno fra i belli, sicuramente ci tornerò in quei posti, perché ti rimangono dentro, non sarà forse come la prima volta, ma tornarci è d’obbligo.
Ricarichiamo la macchina per ripartire verso casa, prima passiamo a ritirare il nostro trofeo Stoneman,




 siamo in periferia di Dobbiaco e gia con Andrea si parla di quando tornare.
Per chi a ha avuto la pazienza di leggere tutto dico solo che potrei darvi dei consigli ma ne dico solo uno che è il più importante, noi vi fate prendere dalla  smania di farla in giornata, si fa, si certamente  è possibile, ma il mio consiglio e farla in 2 giorni e godersi quei posti soprattutto in compagnia dei vostri amici migliori.
Oltre al mio compagno di viaggio Andrea, un ringraziamento speciale a Roland Staunder , quella telefonata al col Roson ci ha fatto capire che non eravamo soli.

IL CAPITANO